lunedì 9 marzo 2015

Perché Braccialetti Rossi fa schifo (e un manga che lo supera su tutto)


Lo so, lo so che è un modo infelice de inaugurà il blog.

Però, dopo l'altra sera, non gliel'ho potuta fare più.

Uno dei simpatici pelatoni protagonisti
In pratica, mi zia e mi cuggina stanno in fissa co sta fiction rai demmerda, e m'hanno costretto a guardanne un po' di episodi. Sarebbe troppo facile dire: "eh ma è della Rai, ce credo che fa cagare", io so un tipo razionale e voglio annà a fondo nelle cose. Anche perché, la Rai non ha sempre fatto merda. Negli anni 70, ha collaborato co Miyazaki per creare la serie "Il Fiuto di Sherlock Holmes", voglio dire, che è una delle robe più simpatiche che ce stanno in giro. E poi, come minimo, Rai 4 è l'ultimo canale rimasto a trasmette nuovi anime (se escludiamo quei 4 nuovi episodi in croce de Pokémon, Detective Conan o simili su K2, Boing, ecc...), anche se per merito dei giappominkia, che scaricano a manetta e de vedesse Steins;Gate legalmente con un doppiaggio italiano dela madonna nun glie passa popo per la testa, probabilmente anche questa realtà finirà per morire.

Gang bang tra 3, 2, 1...

Ma tornando ai braccialetti e alle zucche pelate, esaminiamo un attimo i motivi per cui sta roba ha successo. Dicevo, lungi da me parlare senza cognizione de causa, o solo per pregiudizio, e per questo, dopo esse stato ammorbato da quegli orrendi episodi, me so sparato ENTRAMBE LE STAGIONI (almeno fino a quanto uscito adesso). Sì, so' un cazzo de masochista.

La serie, dicevo, gira attorno a sto gruppo de regazzini che, per varie cause, finiscono all'ospedale, e nonostante le varie difficoltà (a uno glie manca na gamba, un altro sta in coma, ecc....) fanno amicizia tra loro e rendono anche un posto triste come l'ospedale una festa.

KE BELLO!

Ma non è tutto oro quel che luccica: se le premesse ponno infatti sembrà buone, la realizzazione è tutt'altro che eccelsa: innanzitutto, li regazzini pelati protagonisti nun sanno popo recità, tra voci male impostate, frasi mugugnate, espressioni spente e pianti finti quanto quelli che facevo io quando non volevo andare a squola (anzi no, io ero un bravo attore), già a pelle la serie risulta indigesta. 

Poi, la regia: il piattume più totale. Pare un filmato fatto cor cellulare da me, nun se so sforzati pe niente de daje un minimo de valore visivo.

Una volta assodato che a livello tecnico stamo davanti a nammerda, passiamo alla storia!
Dicevamo, le premesse per una storia "toccante" c'erano, ed è per questo che a gente con un gusto poco raffinato la serie può piacè. Peccato che la durezza dell'ospedale viene mostrata poco o niente, tutto è filtrato da una patina di buonismo irritante, e, per quanto possa essere bella la cosa di far vedere che i ragazzi riescono ad esse sorridenti e scoglionati anche in quell'ambiente, fai vedere anche che devono sforzasse per riuscicce, eccheccazzo! Cioè, la serie dovrebbe mostrare il contrasto tra dolore e amicizia, ma manca quasi totalmente la parte dolore! Le scene "drammatiche" so poche, e malriuscite. Fa vedere soltanto loro che cazzeggiano, che se divertono, che se trovano le pischelle e se le trombano... olè, ce voglio andà pure io in ospedale, guarda un po' (anche se non me faccio rasà a zero, lo so stato pe' anni e mo che me so fatto cresce un po' de capelli me li voglio tené)!


Quindi, per commuovese co Braccialetti Rossi, se deve esse popo ingenui, o non se deve avè visto altro. E come ulteriore prova, ve dirò un manga che, con premesse simili a Braccialetti Rossi, riesce invece ad esse un capolavoro: er manga in questione è Rainbow, disegnato da Masasumi Kakizaki e scritto da George Abe.

Prima de parlà de Rainbow, ve devo fa na premessa su chi è George Abe. Non stiamo parlando de un autore de manga vero e proprio, ma di un vecchietto che è vissuto nel Giappone del secondo dopoguerra, in situazioni veramente penose, e che a oltre 70 anni ha sentito il bisogno di tirare fuori questa storia, in parte ispirata a delle vicende veramente accadutegli. E QUINDI SI, SE PER DIFENDERE BRACCIALETTI ROSSI ME DITE CHE è TRATTO DA NA STORIA VERA, SAPPIATE CHE ANCHE RAINBOW LO è!

Ebbene, de che parla, sto Rainbow? Nella merdosissima situazione del dopoguerra giapponese, in una situazione di degrado derivata in parte dalla guerra e in parte dalla stronzaggine delle truppe di occupazione, questi 6 ragazzi finiscono in un riformatorio dopo aver commesso dei piccoli crimini pe' sopravvive. Ogni giorno, subiscono innumerevoli maltrattamenti da parte de medici pervertiti e pedofili per cui "ogni buco è trincea" (spero d'esseme spiegato), guardie psicopatiche e violente... insomma, stanno nellemmerda. I 6 però, finiscono in cella assieme a un ragazzo più grande, de nome Sakuragi, che chiameranno affettuosamente "Fratellone", perchè, di fatto, sarà come un fratello maggiore per loro, e gli insegnerà a gestirsi per sopravvivere meglio nel periodo di detenzione. Ognuno di loro, poi, avrà una sua storia personale: delle persone care da salvare, dei sogni a cui puntare una volta usciti... e sarà proprio quello a farli sopravvivere ogni giorno, oltre, appunto, alla loro amicizia, che renderà il loro gruppo, composto da sette membri quanti i colori dell'arcobaleno, un arcobaleno in mezzo allammerda.

A differenza de Braccialetti Rossi, però, qua il contrasto viene popo bene, perché demmerda ce ne sta tanta, ma tanta. Vecchi pervertiti rugosi e deformi, stupri, inganni, pestaggi senza pietà, crudeltà ai massimi livelli, omicidio... il tutto perfettamente espresso dallo stile di disegno sporco e oscuro di Kakizaki. Insomma, quel bagliore di luce espresso dai ragazzi, i momenti di amicizia, coraggio, amore... saranno veramente messi in risalto dall'ambientazione totalmente oscura, e le lacrime, quando sgorgheranno dai vostri occhi, saranno assolutamente sincere e genuine.

Ciò di cui vi ho parlato caratterizza però soprattutto i primi 5 volumi del manga, che costituiscono una prima saga, quello che viene dopo è n'attimo diverso, e ve consiglio de recuperà i primi 5 volumi per poi decidere se la storia faccia per voi o meno.

Quindi, finisco l'articolo dicendo che non c'è alcuna fierezza ad esse un braccialetto rosso, ma ce n'è un casino nell'essere uno della cella 6 del blocco 2 del riformatorio di Shonan!


Bella a tutti, e se sto primo articolo v'è piaciuto spammatelo in giro, che è più divertente se siete in tanti a legge.

martedì 16 dicembre 2014

Noyo, volevam savuar... l'indiriss!

Bella kikki, benvenuti in questo blog! Io so' DragMazinga, e assieme ai miei amici Fede e Gorko avemo deciso de realizzà sto blog in cui parleremo dele nostre passioni, ossia videogiochi, serie TV, fumetti, cartoni animati, film, musica... insomma, de passioni ce n'avemo tante, e de cose da dì pure, spero ke ve divertirete!